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Mario Fabbri

Vera storia dell’ambigua idea di capitale

incluso il patto segreto che tra turgot e Smith da cui nacque l’opera che ha condotto la teoria economica in un vicolo cieco

Perché leggere La vera storia dell'ambigua idea di capitale

L’idea di capitale è ambigua: è bene utilizzabile se si parla del capitale di un individuo o di un’impresa, ossia del potere economico di cui una parte della società dispone rispetto al resto.
Diviene oscura e incoerente quando si tenta di usarla come attributo di una collettività di soggetti nel loro insieme. Questo libro chiarisce in quali circostanze storiche è nato questo “equivoco” che toglie valore a una gran parte delle teorizzazioni economiche correnti.

La concezione seicentesca di una economia a somma zero

Le idee sull’economia prevalenti in ogni epoca risentono, come è naturale, dell’ambiente economico con cui si confrontano gli uomini di quel tempo. Allora, per valutare le aspre critiche di Smith ai suoi predecessori “mercantilisti” è necessario considerare il clima di stagnazione, che era abituale nel secolo precedente.

Il capitale dell'intero paese

Il punto critico in cui il sistema di Smith si allontana dalla realtà e trascina nell’errore i suoi eredi dell’Ottocento e successivi è l’idea di capitale di un intero paese, una “fallacia” vera e propria che ignora il ruolo determinante della domanda di beni.

Gli incontri tra Turgot e Smith a Parigi

Il primo chiaro indizio della collaborazione tra Turgot e Smith è una frase che, sappiamo, Smith utilizzava nelle sue Lezioni all’università di Glasgow, e che Turgot riprende pari pari nelle sue Riflessioni sulla produzione e distribuzione della ricchezza, scritte di getto nei mesi che seguirono i suoi colloqui con Smith.

Il trionfo del capitale con l’impossibilità di comprendere, tra le altre cose, i cicli economici

Gli economisti borghesi dell’Ottocento accolsero il sistema di Smith, centrato sul capitale, perché li sosteneva nelle controversie con i socialisti-marxisti che esaltavano il lavoro, ma questa glorificazione del capitale rese loro impossibile comprendere la semplice dinamica delle crisi economiche ricorrenti all’epoca, ogni undici anni all’incirca.

L'autore

Mario Fabbri, studioso di scienze umane, nasce a Novara nel 1949. Dopo la laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino ed un MBA all’INSEAD di Fontainebleau, entra nel gruppo dolciario FERRERO in cui ricopre varie posizioni, arrivando fino ad organizzare una ditta interna per fornire servizi informatici alle aziende del gruppo.
Nel 1995 fonda a Torino, con altri due soci, DIRECTA SIMpA, pioniere mondiale del trading online sui mercati finanziari e tuttora leader del settore in Italia. Di essa è Vice Presidente.
Ha pubblicato presso RUBBETTINO, nel 2013 La fabbrica delle illusioni – Il falso sapere degli economisti smascherato nella storia dell’idea di capitale, e nel 2015 La rovina delle nazioni – Il crollo dell’impero romano, la scomparsa di Ittiti, Micenei e Maya, la decadenza italiana nel Seicento: cinque casi la stessa logica.