Mario Fabbri
Negli ultimi 200 anni i progressi spettacolari della tecnica hanno molto modificato il funzionamento dell’economia nei paesi più sviluppati. Ma la gente comune, e pure gli esperti, non lo hanno compreso bene, perché si sforzano di tener fermi idee e comportamenti tradizionali, formati nei tempi della scarsità e della dura necessità del lavoro quotidiano. Ora L’economia immaginaria fornisce la concezione nuova e chiara di come funzionano le odierne economie avanzate e della ragione della crescita inarrestabile del settore dei servizi. Per verificare se il libro merita la vostra attenzione in questa pagina troverete quattro voci:
Al centro del racconto c’è il tema della genitorialità, visto da prospettive diverse, che accompagna i protagonisti nel passaggio verso l’età adulta, verso la maturità.
La narrazione di contorno è invece arricchita dall’intreccio dei rapporti con le rispettive famiglie, dalle battaglie sociali da intraprendere, dalle scelte coraggiose che sono chiamate a fare.
L’economia immaginaria è quella cospicua frazione del sistema economico che produce dei servizi che hanno la sola utilità di creare dei posti di lavoro.
È il prodotto dalla divergenza tra il veloce aumento della produttività nelle fabbriche e nei campi e la crescita, più lenta, dei consumi della società. Ciò fa diminuire il numero di operai e contadini e gonfiare un gigantesco settore dei servizi necessariamente improduttivo di beni materiali, e popolato da impiegati, manager, consulenti, addetti vari con funzioni difficili da comprendere e spiegare.
Come dire… l’avanzare dell’automazione nelle fabbriche fa moltiplicare le firme e i moduli richiesti per aprire un conto corrente nelle banche.
Nell’economia così affiorano assurdità e stranezze che hanno ispirato riflessioni critiche e satiriche, ma nessuna reale spiegazione di quanto sta avvenendo.
Essa è l’oggetto di questo libro: semplice e chiara perché è basata su meccanismi ben noti ai sociologi ma completamente trascurati dagli economisti.
C’era una volta, nel grande arcipelago del Mare del Sud all’altro capo del mondo, l’antico regno d’Ailati, composto dalle isole di Frigida, Tepida e Calida..
in cui, tra le altre cose, si dà anche spiegazione del problema, irrisolto da due secoli, della vera origine e natura dei cicli economici.
Ma come è possibile che tantissimi lavoratori immaginari ottengano il loro reddito per svolgere delle attività prive di reale utilità?
Mario Fabbri, studioso di scienze umane, nasce a Novara nel 1949. Dopo la laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino ed un MBA all’INSEAD di Fontainebleau, entra nel gruppo dolciario FERRERO in cui ricopre varie posizioni, arrivando fino ad organizzare una ditta interna per fornire servizi informatici alle aziende del gruppo.
Nel 1995 fonda a Torino, con altri due soci, DIRECTA SIMpA, pioniere mondiale del trading online sui mercati finanziari e tuttora leader del settore in Italia. Di essa è Vice Presidente.
Ha pubblicato presso RUBBETTINO, nel 2013 La fabbrica delle illusioni – Il falso sapere degli economisti smascherato nella storia dell’idea di capitale, e nel 2015 La rovina delle nazioni – Il crollo dell’impero romano, la scomparsa di Ittiti, Micenei e Maya, la decadenza italiana nel Seicento: cinque casi la stessa logica.