Mario Fabbri
Ne sa qualcosa Mario Fabbri, che ha tolto dal cassetto un’opera che trent’anni fa aveva molto successo tra i suoi conoscenti.
“Favolette politicamente scorrette” è un’antologia di 35 racconti brevi o brevissimi ma tutti “cattivelli” corredati da illustrazioni create dallo stesso autore.
Topolini pessimisti, lupi vegetariani, cani senza padrone, vecchi generali molto tenaci, pomposi profeti di sventura, soldati valorosi ed illusi popolano le pagine di questa raccolta, fruibile più dai grandi che dai bambini e in cui l’epilogo non è mai scontato e la morale è sempre non politically correct e sferzante.
Al centro del racconto c’è il tema della genitorialità, visto da prospettive diverse, che accompagna i protagonisti nel passaggio verso l’età adulta, verso la maturità.
La narrazione di contorno è invece arricchita dall’intreccio dei rapporti con le rispettive famiglie, dalle battaglie sociali da intraprendere, dalle scelte coraggiose che sono chiamate a fare.
Storia del lombrico bugiardo
C’era una volta u
n lombrico bugiardo e falso più di Giuda.
Un giorno, mentre stava facendo i fatti suoi senza disturbare nessuno, si sentì trascinare in alto da una forza gigantesca…
Giacomo “Ciccio” Valenti legge la Storia del lombrico bugiardo.
C’era una volta, in un piccolo villaggio sotto a un monte, un omettino sfortunato di nome Giacomino. Giacomino viveva nella sua povera casetta tutto solo. I suoi genitori erano morti e nessuna delle ragazze del villaggio aveva voluto mettersi con lui…
C’era una volta una bambina senza papà che viveva con la mamma in una piccola capanna poco fuori dal villaggio. La famigliola viveva molto stentatamente. Per tirare avanti la mamma ricamava delle tovaglie, e la bambina, che si chiamava Cappuccetto Rosso…
«Ho cominciato a scrivere delle favolette cattivelle ma oneste per caso, nel 1983. Scrivevo per diletto e in qualche mese ne avevo già messe insieme una ventina.
Scrivevo con carta e penna ma non ero mai soddisfatto della forma che volevo il più possibile stringata ed essenziale. Così mi trovavo alle prese con un interminabile lavoro di aggiustamento e riscrittura.
Ma nel 1984 uscì Macintosh e lo acquistai subito per avere un wordprocessor».
«Il Mac mi risolse di colpo i problemi di messa a punto dei testi che arrivarono in fretta a più di trenta.
E in aggiunta aveva MacPaint che mi consentì di cimentarmi anche nelle illustrazioni.
Io non so disegnare, ma c’era lo zoom e si poteva lavorare pixel per pixel.
Con molto lavoro ne ricavavo risultati che, secondo i miei colleghi d’ufficio, non erano per niente male. Feci un’edizione in fotocopie che, a 11.000 lire a copia, trovò parecchi acquirenti.
Poi l’opera finì “nel cassetto”».
Mario Fabbri, studioso di scienze umane, nasce a Novara nel 1949. Dopo la laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino ed un MBA all’INSEAD di Fontainebleau, entra nel gruppo dolciario FERRERO in cui ricopre varie posizioni, arrivando fino ad organizzare una ditta interna per fornire servizi informatici alle aziende del gruppo.
Nel 1995 fonda a Torino, con altri due soci, DIRECTA SIMpA, pioniere mondiale del trading online sui mercati finanziari e tuttora leader del settore in Italia. Di essa è Vice Presidente.
Ha pubblicato presso RUBBETTINO, nel 2013 La fabbrica delle illusioni – Il falso sapere degli economisti smascherato nella storia dell’idea di capitale, e nel 2015 La rovina delle nazioni – Il crollo dell’impero romano, la scomparsa di Ittiti, Micenei e Maya, la decadenza italiana nel Seicento: cinque casi la stessa logica.